Avrete sicuramente sentito parlare della coppettazione, in inglese cupping, e se non l’avete sentita, l’avrete certamente vista; è quella che lascia quegli enormi lividi circolari viola in diverse parti del corpo, che sono veri e propri ematomi.

Si tratta di una pratica di medicina cinese impiegata per il trattamento di diversi disturbi, dal dolore cronico (come le lombosciatalgie) fino a malattie autoimmuni (come l’artrite reumatoide).

Come funziona?

Vengono applicate delle coppette sulla pelle dell’area interessata, dalle quali viene tirata fuori l’aria (con l’uso del calore o meccanicamente) attraverso un risucchio pressorio. Il vuoto creato all’interno della coppetta genera un’aspirazione della pelle all’interno della coppetta stessa. Il trattamento dura dai 5 ai 15 minuti. Esistono diverse tecniche e protocolli, ma comunque il principio rimane lo stesso.

Molti atleti e atlete di alto livello sfoggiano i lividi da cupping manco fossero tatuaggi artistici, perché si sa, fa molto figo.

Peccato, però, che non esista nessuna dimostrazione che questa pratica serva a qualcosa, se non a essere la nuova moda della tv (bah… nuova, insomma, la medicina cinese ha migliaia di anni). La sua efficacia sarebbe da attribuire all’aumentata circolazione sanguigna nelle zone trattate, ma non esistono tutt’ora evidenze scientifiche a riguardo.

Che poi, da piccoli non vi è mai capitato di fare il vuoto con la bocca nel bicchiere, di starci ore e ritrovarvi con un bollo violaceo intorno al naso fino al mento? Io sì! Eppure, non sono diventata più intelligente nonostante l’aumentato flusso di sangue alla testa, mah, molto strano, devo aver sbagliato qualcosa.

L’unica coppettazione dimostratasi efficace per me è quella di yogurt, kellogg’s extra e fragole.

E tu che coppettazione fai?

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