Avrai notato una grande assente sul mio profilo: la foto del prima e dopo del corpo dei pazienti. Il motivo è semplice: una foto da sola non può raccontare tutta la storia. Ci sono solo due immagini che ci indicano che il prima (grasso) era sbagliato e il dopo (magro) invece è giusto.

Il concetto che un corpo definito grasso non è per forza malato e uno definito magro non è sinonimo di salute non riesce a passare perché si propongono sempre e solo queste due possibilità senza vie di mezzo.

Non si può in alcun modo sapere quale delle due immagini ritragga un corpo sano e uno meno sano; non è possibile giudicare dalla sola foto la salute della persona. Ciò che stiamo evidenziando nell’immagine è la perdita di peso e soprattutto di circonferenze senza contesto, elogiata come il traguardo ambitissimo nel 99% dei casi.

Inoltre, il fatto di tutelare la privacy della persona inquadrata e oscurare il viso peggiora ancora di più la situazione: stiamo togliendo l’identità al corpo per sottolinearne solo i cambiamenti estetici visivi, che, appunto, presi da soli non dicono assolutamente nulla.

Spesso, poi, le immagini sono accompagnate da caption che premiano l’impegno e la volontà del soggetto e il fatto che ce l’ha fatta perché l’ha voluto. Questo crea un rebound in molte persone che lo leggono perché allora “io non ce la faccio perché non mi impegno abbastanza, perché non lo voglio. Allora è solo colpa mia e me la sono cercata.” e “lui/lei si che è bravo/a, io sono un/a perdente perché non ci sono riuscito/a”.

Dà anche l’idea che, se ci è riuscita quella persona, puoi riuscirci anche tu e avere gli stessi risultati che ha raggiunto lei/lui. Big no.

Io voglio far passare un messaggio diverso e cioè che l’unico prima e dopo che possa avere un valore è quello di una persona che prima è preoccupata ed insoddisfatta perché non riesce a raggiungere gli obiettivi di magrezza da cui veniamo quotidianamente bombardati, e dopo mostra un bel sorriso perché, grazie ad un percorso di educazione alimentare, ha imparato a mangiare con serenità, ad avere un buon rapporto con il cibo e a conoscere e rispettare il suo corpo.

Siamo d’accordo?

#carbodopole18

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