L’eterna diatriba continua, ma la fermiamo subito snocciolando quattro numeri in croce!

Il cioccolato non è un alimento fondamentale nella nostra alimentazione, ma, essendo estremante diffuso e particolarmente palatabile, il suo consumo è diventato molto comune e viene aggiunto a tante preparazioni.

Inoltre, che ve lo dico a fare? Si sa che è felicità allo stato solido!

Il cacao contiene una certa quota di polifenoli (insieme ad altre sostanze), famiglia di molecole ad azione antiossidante, e la quantità di questi composti in un dato prodotto dipende dalla quantità di cacao contenuta in esso; dunque, il cioccolato con più alta percentuale di cacao avrà anche una quota maggiore di polifenoli.

Questi bellocci sono il motivo per cui molti prediligono il cioccolato fondente al 90%. Per me è così astringete e amaro che quasi quasi rimpiango il catrame che mangiavo da bambina quando cadevo dalla bicicletta di faccia sull’asfalto (scherzo eh, molti lo amano).

Ora entriamo nel dettaglio prendendo in considerazione il cioccolato fondente al 90% di cacao e il cioccolato al latte (40-30% di cacao) e quantificando i polifenoli presenti, che nel cioccolato sono rappresentati dai flavonoidi (sottoclasse dei polifenoli):

Cioccolato fondente 90% = 240mg di flavonoidi per 100g di prodotto

Cioccolato al latte = 20mg di flavonoidi per 100g di prodotto

Direi che la differenza tra i due cioccolati è lampante, è ovvio che preferiamo il fondente, giusto?

Però abbiamo fatto i calcoli per 100g di prodotto.

E se vi ricordassi che le linee guida raccomandano un consumo occasionale di 30g di cioccolato in un’alimentazione equilibrata, questi calcoli avrebbero ancora lo stesso peso? Direi di no! Occasionale vuol dire sporadico, che capita in occasioni particolari, che non è abituale.

Facciamo pure che lo vogliamo mangiare più spesso e dividiamo la porzione in 3, quindi diventa 10g di cioccolato per porzione (un quadratino); adesso calcoliamo di nuovo i flavonoidi per porzione:

Cioccolato fondente 90% = 24mg

Cioccolato al latte = 0,2mg

Considerando la frequenza di consumo, ha davvero senso obbligare le persone a mangiare il cioccolato fondente per pochi milligrammi di differenza? No. Soprattutto perché i polifenoli li troviamo in altri alimenti come broccoli, spinaci, porri, tè, frutti rossi, legumi, agrumi e altri, che ne apportano una quantità ben maggiore perché la loro porzione è molto più grande e prevede un consumo quotidiano.

Inoltre, se non tenessimo conto della porzione del cioccolato, insieme ai polifenoli introdurremmo anche una grande quantità di grassi saturi e zuccheri semplici e addio alimentazione equilibrata!

Nel cioccolato fondente (quello millantato), infatti, ci sono fino a 30g di grassi di cui 20g sono saturi (per 100g di prodotto), ovvero l’intera quota giornaliera che dovrebbe consumare una persona con un fabbisogno di 2000 Kcal/die (al giorno).

Se poi qualcuno si aggrappa all’apporto di energia dei diversi cioccolati, non mi dilungo nemmeno e vi spiattello subito che il cioccolato fondente apporta più energia di quello al latte.

Per tutti questi motivi non si può e non si deve considerare un singolo composto di un singolo alimento attribuendogli capacità benefiche, ignorando la composizione complessiva dell’alimento stesso e come è inserito nel pattern alimentare. La differenza la fa sempre il bilanciamento dell’alimentazione nella sua interezza.

Morale: magnatevi il cioccolato che vi pare e non esagerate.

E comunque, io sono fan del cioccolato al latte, anzi faccio coming out e dico che il mio preferito è quello bianco. Tiè! Marrani a dirmi quale amate voi!

Hai ulteriori dubbi o domande in merito? Contattami qui!


Fonti: phenol-explorer; Linee guida CREA

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